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Come “uscire” dalla teologia politica? Rosmini VS Agamben ed esposito letture ontologiche della Trinità a confronto

VIDEOCONVEGNO: "Oltre il corpo. Personalismo dialettico e biopolitica" (Relazione del Prof. Markus Krienke)

Non è assolutamente un caso che dal pensiero di Agamben ed Esposito emerge a un certo punto l’argomento della teologia politica: infatti il loro intero pensiero può essere compreso come una protesta contro quel meccanismo che – secondo questi autori – fa derivare dall’idea centrale dell’occidente – la persona – la fondazione del potere politico sovrano, e di quegli ordinamenti giuridici ed economici i quali lo affermano, lo stabiliscono e assicurano la sua operatività. Il superamento della persona con le dimensioni della «forma di vita», della «singolarità», dell’«impersonale» e via dicendo è quindi il tentativo di superare, da un lato, tale teologia politica attraverso la decostruzione della sua base teoretica e reale, e di prospettare messianicamente, dall’altro lato, una comunità senza relazionalità e tenuta insieme unicamente dal munus reciproco. Nella relazione si delinea innanzitutto l’analisi che Agamben, ma soprattutto Esposito fa del meccanismo “teologico-politico” e come tale viene stabilito, secondo questi autori, proprio dalla dogmatica trinitaria e cristologica del cristianesimo. Nella seconda parte, si considera invece come Rosmini interpreta la persona in questa tradizione non nella dimensione “duale”, ma come una comprensione “trinitaria” scopre nella relazionalità e nell’amore la conciliazione tra individualità ed universalità. Pertanto, lo sguardo rosminiano scopre nel concetto di persona stesso la radicale antitesi a qualsiasi pericolo di teologia politica.

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