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Il labirinto di Michael Foucault e lo spazio della biopolitica

VIDEOCONVEGNO: "Oltre il corpo. Personalismo dialettico e biopolitica" (Relazione del Prof. Biagio Muscherà)

Un pensare diversamente, un pensare altro per uscire dal moderno, da quella volontà di potenza che ne costituisce la cifra, significa per Foucault pensare l’altro dall’uomo. Ma questo altro o questo oltre dell’uomo, del soggetto va compreso dentro lo spazio del suo ritiro, dentro il vuoto lasciato dalla sua “estinzione”, un luogo di cui tenteremo – nella nostra relazione– di tracciare le meridiane. Ci muoveremo, dunque, all’inizio del nostro intervento fra le suggestioni e le ascendenze che Foucault ha subìto da diversi maestri, il cui insegnamento il pensatore è riuscito a estremizzare, a portare al limite; passeremo poi all’analisi dell’innovativo modo con cui Foucault intende la storia, indagata nei suoi intervalli lunghi, nella sua discontinuità – qui giocheranno un ruolo determinante altri maestri, altre ascendenze -. Uscire dal soggetto segnerà allora anche l’uscita dal moderno, dalla volontà di potenza che lo costituisce. La sua concezione dell’a priori storico insieme a quella che si può definire la “dissoluzione del trascendentale” verrà valutata come la via che Foucault intraprende per questa uscita. Si tratta di un percorso che si colloca alle spalle della meditazione sulla biopolitica, che ne costituisce il terreno di validità. Ma riesce Foucault a liberarsi del soggetto moderno? O rimane, inevitabilmente, rinchiuso nel labirinto che egli stesso si è costruito?

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