“I semi del Verbo nel pluralismo religioso, teologico e filosofico”. Questo il tema della XVII edizione dei Simposi Rosminiani, organizzata dal Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa con la partecipazione del Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana. Il tema ricalca quello del primo corso del 1967, di cui i Simposi hanno preso il posto. In quegli anni l’Italia andava aprendosi al multiculturalismo, si cominciava a sperimentare l’incontro-scontro delle culture e delle religioni. Le novità di un mondo dalla visione più allargata portavano i giovani al fenomeno del 1968 mentre il Concilio Vaticano II cercava di convogliare i nuovi fermenti in una visione religiosa, che incoraggiava la ricerca di ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide. Numerosi i relatori che hanno affrontato il tema del pluralismo religioso in ambito mediatico con Fabio Zavattaro, nell’esperienza giapponese con Makoto Wada, nella relazione tra islam e cattolicesimo con Bartolomeo Pirone e all’interno della prospettiva evangelica con Stefano Cavallotto. Massimo Introvigne ha affrontato la questione del movimenti religiosi, mentre Giuseppina De Simone il tema dell’unità e della pluralità dell’esperienza religiosa. Paolo Merlo ha approfondito invece il pluralismo religioso nell’antico Israele. Mons. Selvadagi ha analizzato la tematica in ambito teologico mentre Samuele Francesco Tadini ha presentato una ricerca teoretica tra la teosofia rosminiana e le ontologie odierne. Padre Umberto Muratore ha posto l’attenzione sul sentimento religioso comune a tutte le religioni e al legame tra Dio e la sua creatura. La conclusione del Simposio ha posto l’accento sulla presentazione delle “Lettere di Rosmini” in Edizione Critica e sui Cinquant’anni del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa.
