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Il ’68: una rivoluzione dimenticata o da dimenticare?

XIX Corso dei Simposi Rosminiani - Stresa 21-24 agosto 2018 - Videoregistrazione parziale

Proporre il ’68 come tema di approfondimento significa considerarlo come simbolo di tutto ciò che lo precedette e lo ha fatto scoppiare, e di tutto ciò a cui poi condusse questa rivoluzione, compresi gli esiti che ci troviamo a vivere oggi. Per questo motivo, si vogliono analizzare le tante forme in cui esso si è manifestato: i versanti, rispettivamente, della teologia, della famiglia, di come lo percepì l’immaginario collettivo, della politica, della tecnologia, della libido, dell’utopia, del diritto, della musica.

I “Simposi Rosminiani” nascono nell’anno 2000 come continuazione della “Cattedra Rosmini”, la quale, fondata da Michele Federico Sciacca nel 1967, ha svolto brillantemente il compito affidatole di riportare la voce di Rosmini nel dialogo intellettuale del pensiero contemporaneo. Essi si propongono di passare ad una nuova fase, vale a dire di offrire a quelli che Rosmini chiama “amici della verità” e promotori di “carità intellettuale” un luogo, in cui poter approfondire, in piena libertà di spirito e con rispetto delle diversità, la soluzione dei problemi urgenti che si affacciano sul terzo millennio. Questo diciannovesimo corso, dal titolo Il ’68: una rivoluzione dimenticata o da dimenticare?, si è proposto di offrire un contributo all’analisi di un fenomeno sociale e della sua eventuale rilevanza a cinquant’anni di distanza

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