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Vivere responsabilmente

Nuove prospettive dall'Enciclica Laudato Si’ per come vivere domani - Convegno di Studio - Cattedra Rosmini - Facoltà di Teologia di Lugano - 1° dicembre 2015

L’enciclica di Papa Francesco, «gioiosa e drammatica insieme» (LS 246), chiude con l’auspicio di un «futuro migliore»: «di giustizia, di pace, di amore e di bellezza». Le acquisizioni della modernità – scienza, tecnologia, economia – appaiono come strade sbagliate per raggiungerlo, perché ostacolano quell’esperienza più profondamente umana che Papa Francesco vuole proporre: che tutto è «intimamente connesso» (LS 16). Recuperare tale connessione intima con il nostro corpo, con i poveri, con l’esperienza religiosa di Dio è infatti la strada che ci indica questa enciclica. Il metodo come farlo è la via francescana della «cura della creazione» (LS 14), termine che in effetti ricorre spesso in questo documento. Solo così si lascia realizzare una nuova «responsabilità» – altro termine frequentissimo dell’enciclica – che ci impegna tutti. Non una responsabilità che si delega ai centri di poteri politicied economici (« l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità»; LS 179), ma che si realizza nei momenti concreti della vita. Come si articola questa nuova responsabilità nella vita privata? Che cosa significa per una nuova comprensione della politica, della tecnica, dell’economia? Sono queste le domande che l’enciclica rivolge a noi, ai cristiani laici, ma anche ai non credenti o a chi professa un’altra fede religiosa. In questo senso, la Cattedra Rosmini ha invitato ad una riflessione un economista, il presidente del Centro Tocqueville-Acton Flavio Felice, che insegna presso la Pontificia Università Lateranense a Roma, un sociologo Mauro Magatti, presidente dell’ “Archivio della generatività italiana”, che insegna all’Università Cattolica di Milano, e la Presidente dell’Istituto Kalachakra di cultura buddhista tibetana con sede a Lugano.

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