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Superando una certa contrapposizione storica tra forme di idealismo e forme di realismo, è possibile individuare una premessa gnoseologica particolarmente interessante e fruttuosa, capace di prospettare una versione dell’argomento ontologico dotata di estrema pregnanza, originalità e potenzialità teoretica. Tale premessa, sviluppata da Vincenzo La Via, si fonda sulla constatazione che ciò che è dato alla coscienza (ossia, gli oggetti del mondo) è conosciuto grazie all’esperienza (realismo), mentre la coscienza stessa nel suo essere (ossia, l’essere della coscienza) implica un trascendimento della coscienza stessa (poiché la coscienza non si dà da se stessa): si può dunque affermare che è l’Essere stesso a fondare la coscienza (nel suo darsi ad essa), instaurando con essa una relazione che, nel suo essere conoscitiva e gnoseologica, è al contempo una relazione creante ed ontologica. Una metafisica di questo tipo, che riflette criticamente sul suo punto di partenza, tanto ontologico quanto gnoseologico, può dunque definirsi una “metafisica critica”.