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L’esistenza di Dio in Rosmini

VIDEOCONVEGNO: “New Perspectives on the Ontological Argument” (Relazione del Prof. Massimo Lamonica)

Riflessioni, argomenti, trattazioni e costrutti decisivi hanno suscitato parecchio interesse lungo tutto un percorso di una storia che hanno incalzato sempre più, provocando, scismi, controversie, dibattiti sul rapporti fides et ratio, come anche il dibattito sempre aperto se esiste o no Dio. Forse oggi nel terzo millennio l’esistenza di Dio non suscita molto interesse, ma fa parte di una vita, fa parte dell’individuo che proteso verso il bene (anagogia) ultimo della sua esistenza, proteso nell’universale. Il presente studio vuole mettere in risalto i contenuti religiosi, in quanto determinano l’esistenza di un Dio creatore. Proprio la ragione deve essere in grado di dimostrare, oltre i vari dubbi nascenti, che esiste una mente suprema, la prova che si inserisca negli uomini dotati di senno, per rendere tangibile agli altri, credenti e non credenti il Dio uomo e l’uomo Dio. Bisogna basarsi su una logica verbale prodotto da un pensiero concreto. La prova ontologica è stata per i Padri della Chiesa una prova logica dell’esistenza di Dio, cito il grande Pseudo Dionigi nei suoi diversi nomi scientifici e logici, come il trattato del bene come pura essenza di Dio e causa delle creature, o le tre vie per la conoscenza: questi punti mettono in risalto gli attributi divini che passano attraverso l’uomo e l’argomento discusso stabilizza una vera ontologia, dimostrando attraverso una serie di concatenazioni e di proporzioni, derivate coerentemente le une dalle altre, un ordine esatto di una piena riconoscibilità delle premesse vere che arrivano a conclusioni vere. Il concetto filosofico iniziato da Rosmini è racchiuso nella sua grande opera della Teosofia, tratta il punto ontologico dell’Essere attraverso l’astrazione, come anche il prodotto dell’Essere nella visione cosmologica; cercherò inoltre di dare una prova chiara che Rosmini alla pari dello Pseudo Dionigi pone come punto chiastico che il ricercatore di Dio parte dall’intuìto cioè dal lume della ragione, per arrivare alla forma esistenziale di Dio, tenendo presente la citazione di Rosmini tratta dalla Teosofia: “Alcuni filosofi non riescono a conoscere la natura e potestà della mente umana e non trovano in essa nulla di divino”. In riferimento ai piccoli uomini che non scavano nell’Essere, ma rimango sospesi, rimangono materialisti e sensisti. Bisogna invece scavare nel terreno per piantare e conoscere, dal terreno aperto cominceremo a togliere le impurità per renderlo capace di essere fertile. La visione di una realtà infinita di Dio, in quanto non è percepibile all’uomo che è un essere finito, ma pur sempre potrebbe essere conosciuto negativamente. Questa è la filosofia di Rosmini: parte dalla riflessione sull’oggetto del suo naturale intuìto per proseguire e rendere fertile il terreno intelligibile ed ideale, per proporre tutto ciò che è necessario all’intelligenza. Bisogna ragionare producendo un passaggio fondamentale dall’essere che è, all’essere assoluto che è dato nell’intuizione, ciò che si nasconde in un campo, per pensare che dalla chiusa mente umana si dischiude la più alta concezione che Dio è un Segreto, che emerge nella necessità di ogni individuo.

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