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Il contributo della metafisica cartesiana alla costruzione di un personalismo dialettico

VIDEOCONVEGNO: "Oltre il corpo. Personalismo dialettico e biopolitica" (Relazione del Dr. Luca Ferrara)

Il nostro paper, muovendo dalle analisi storiografiche e teoretiche di Roberto Esposito sul dispositivo-persona, passa a studiare come tale dispositivo si sia sviluppato all’interno della filosofia cristiana facendo leva sul alcuni assunti propri della teoresi aristotelico-tomista. Poi, dopo questa analisi, indichiamo quello che secondo noi è uno dei limiti speculativi dell’impostazione neoscolastica e neotomista che in parte ha inficiato lo sviluppo di un personalismo dialettico: il rifiuto della speculazione moderna. Invece, noi tentiamo di recuperare il dispositivo-persona in chiave dialettica — presente nel cristianesimo —, adoperando alcuni concetti-chiave della teoresi cartesiana: cogito; Dio; tempo. Secondo noi è possibile dimostrare che l’autonomia ontologica del cogito non si traduce in un solipsismo teoretico, ma si installa all’interno di una complessa relazione con l’alterità. Infatti, se per un verso il soggetto cartesiano si coglie nel tempo, rivelandosi finito, per un altro si afferma mediante la relazione con Dio (rispetto all’uomo, l’Ente supremo è l’alterità per definizione) tramite le idee innate, le quali sono tracce dell’Essere nella mente dell’uomo. La teorizzazione cartesiana del soggetto si muove all’interno di un plesso metafisico fortemente polarizzato tra tempo ed eternità. Perciò l’uomo, cogliendo la sua natura di sostanza spirituale, è rivolto parimenti a due campi dell’essere, perché fa sia esperienza della sua finitezza, sia esperienza di una infinitezza che altro da sé, la quale perennemente lo abita.

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