Fede e libertà – Versione in lingua italiana ed inglese.
Videocorso tenuto da Padre Robert Sirico il 19 maggio 2008 , prima dell'incontro "Cattolicesimo e libero mercato", appositamente per la Videocattedra Antonio Rosmini. Registrato all’Istituto di Filosofia Applicata di Lugano
Lezione 1 – Fede, ragione e libertà
Anche nel pubblico discorso, la religione resta “l’oppio dei popoli”. Il libero pensiero è associato all’ateismo, o perlomeno allo scetticismo. La fede è vista come incompatibile con la prima libertà: quella di pensare. Per credere, si assume sia necessaria una “vacanza della mente”.
Don Robert Sirico (presidente dell’Acton Institute di Grand Rapids, Michigan) spiega che, al contrario, la fede è stata storicamente una precondizione della libertà. La libertà individuale non può prescindere dal concetto di “persona”: la grande frattura storica rappresentata dal Cristianesimo, sta proprio in prima battuta nella “scoperta dell’individuo” da parte di Gesù, nella capacità dei Vangeli di parlare ad ogni singola persona.
Proprio per questo motivo, per questo appello all’individualità di ciascuno ed alla capacità di ciascuno di compiere scelte responsabili, il dialogo fra fede e ragione è fondamentale nella tradizione giudaico-cristiana, ed enfatizza quell’elemento di libertà che è storicamente impensabile, al di fuori di essa.
Lezione 2 – La libertà e la Chiesa
Qual è stato il rapporto fra la Chiesa cattolica, come istituzione, e la libertà della persona e del mercato? Don Robert Sirico analizza per sommi capi la storia della Chiesa come istituzione, trovandovi un elemento essenziale per la conquista della libertà “dallo Stato”, a cominciare dalle tensioni fra Chiesa e Impero. Parimenti, lo sviluppo del libero mercato e dell’impresa è inconcepibile, senza il Medio Evo cristiano.
“E’ stata la Cristianità a darci quell’insieme di idee che oggi conosciamo come ‘liberalismo classico’”, spiega Sirico, riassumendo il contenuto delle idee di libertà in quattro principi-cardine: tutti gli individui hanno diritti naturali che devono essere rispettati; la società fiorisce di più tanto meno fa lo Stato; gli avanzamenti economici sono desiderabili e resi possibili dal libero scambio e dalla libera impresa; la pace è sociale è meglio mantenuta quando Stato e religione sono separate.
Se Chiesa e Stato sono separati, la Chiesa svolge una funzione essenziale per lo sviluppo della libertà: quella di garanzia di una autorità morale, di cui lo Stato non potrebbe che abusare, limitando concretamente la capacità di agire dei singoli.
Lezione 3 – Mercato e sussidiarietà
Le istituzioni della società liberale sono il frutto di un’evoluzione storica complessa, che si dipana dalla tradizione giudaico-cristiana. Al centro dei diritti di libertà, spiega don Sirico, c’è la persona umana e la sua inestricabile dignità: un concetto impensabile in altre tradizioni.
E’ dalla persona, dal suo essere fatta ad immagine e somiglianza di Dio e pertanto dall’avere potenzialità creative, che emerge un complesso sistema giuridico e legale votato a preservare quella creatività. Un sistema incardinato sulla proprietà privata, sulla garanzia legale per gli individui di mantenere i frutti della propria creatività e del proprio lavoro, che esige la tutela di altre infrastrutture legali: la libertà di contratto, che contribuisce a rendere possibile la divisione del lavoro e, pertanto, la vita associata.
Il sistema politico che meglio tutela questo insieme di principi giuridici è un sistema nel quale le decisioni sono decentrate e i livelli di governo sono differenziati. Un sistema nel quale l’autorità dello Stato è limitata, e non va mai a sostituirsi abusivamente a livelli di governo inferiori.
E’ questa visione, che ci permette di comprendere meglio il fenomeno della globalizzazione – che attraverso l’apertura degli scambi a livello internazionale, crea opportunità di libertà.
Lezione 4 – La società giusta crea ricchezza
La creazione di ricchezza è un fenomeno che non avviene nello “stato di natura” – ma è la conseguenza diretta dell’azione dell’uomo. Il petrolio in natura non ha valore, spiega don Robert Sirico, lo ha nel momento in cui la creatività e l’intelligenza dell’uomo ne fanno una risorsa utilizzabile e preziosa.
Esiste una autentica “vocazione” imprenditoriale. L’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio è chiamato a partecipare alla Creazione, dando luogo ad un quotidiano succedersi di “creazioni” imprenditoriali. La figura dell’imprenditore è centrale in una società libera, ed ha la missione di creare beni e servizi di valore per una vasta platea di consumatori.
Questo processo non prefigura “sfruttamento”, né un gioco a somma negativa. Al contrario, l’attività imprenditoriale contribuisce a fare crescere la torta della ricchezza, anziché tagliarla secondo questo o quel criterio predeterminato. Fare crescere la torta è la precondizione necessaria, affinché un numero sempre più vasto di persone ne possa beneficiare.