L’attualità del pensiero di Antonio Rosmini va ben oltre la semplice constatazione del carattere ancor vivo di particolari elementi della sua riflessione sulla realtà dell’uomo, del mondo e di Dio; essa tocca l’identità stessa della condizione contemporanea nei tratti che le sono essenziali, giacché egli descrisse profeticamente lo stato di frammentazione e disarticolazione dei saperi che lacera le culture del nostro tempo e ne crepa, dopo averlo inaridito, il suolo, solcandolo con una trama di crisi profonde e apparentemente insanabili.
Di qui la possibilità di guardarvi come ad una risorsa e insieme un’occasione di eccezionale valore in un momento in cui, stabilito una sorta di veto irrevocabile nei confronti delle “grandi narrazioni”, la cultura sembra arroccata nel presupposto – più dogmatico dei dogmatismi che voleva abbattere – della radicale irrazionalità dell’esistenza.
La formazione filosofica e teologica di Rosmini ebbe luogo all’Università di Padova – che per gli studi teologici ha oggi la sua naturale erede nella Facoltà Teologica del Triveneto –, dove subito la sua sensibilità intercettò il pensiero della modernità come ineludibile interlocutore e non come semplice oggetto di riprovazione, degno quindi di una ricomprensione capace di portare ad una nuova grande sintesi filosofica.
In questa prospettiva, la sua vasta produzione offre ancor oggi – anzi, per meglio dire, per molti versi oggi ancor più che al suo tempo – riflessioni che toccano nel vivo ed aprono squarci di luce sulla realtà dell’uomo e della sua esistenza in una comprensione profondamente unitaria della sua costituzione ontologica e giuridica, fenomenologica ed esistenziale, etica e politica, tanto la sua azione fu sempre orientata alla promozione dell’uomo in tutto il suo spessore e in tutte le sue dimensioni.
(dal dépliant del convegno)