La storia del rapporto tra le religioni mondiali è piena di conflitti, e ciò costituisce una forte contraddizione al messaggio di amore propagato da tutte. L’affermazione dell’unicità e verità di Dio nelle tre religioni monoteistiche sembra a molti inconciliabile con l’idea che le religioni possano fungere da attori sovranazionali di pace. Viene dimenticata la forza morale e culturale positiva delle religioni, in quanto espressioni autentiche di quella “esperienza teologale” che coinvolge l’umanità attraverso le culture e le epoche. Questa opinione molto diffusa si rivela però una visione molto superficiale ed esteriore sulle religioni, e innanzitutto su quelle monoteistiche. Infatti, possiamo osservare proprio in quei mistici e santi che più degli altri sperimentano tale intimo contatto con l’assoluto, la più ampia apertura ad altre esperienze religiose e spirituali e a forme di religiosità molto distanti e persino opposte alla loro. Ciò potrebbe dare un’indicazione di riconoscere nell’esperienza religiosa una forma profonda e originale dell’essere umano: e proprio percorrendo la storia di tali esperienze nelle singole religioni, innanzitutto monoteistiche, quindi immensi potenziali di dialogo e riconoscimento reciproco, senza dover per questo sacrificare l’autenticità e in un certo senso l’assolutezza della propria esperienza. Il prof. Savignano presenta un pensatore spagnolo contemporaneo, Xavier Zubiri, che nei suoi scritti ha filosoficamente indagato tale idea di una storia delle religioni nel senso positivo appena delineato. Il prof. Krienke delinea alcune prospettive da parte del cristianesimo, prima che il prof. Diez chiuda con una prospettiva a partire dal mondo musulmano.