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Essere e bellezza

Rosmini e la funzione morale dell’arte (Videocorso tenuto dal Prof. Biagio Muscherà)

Uno degli ambiti più trascurati del pensiero rosminiano risulta tuttora quello estetico. Il presente videocorso, tenta di ricostruirne le tappe fondamentali dell’estetica rosminiana mostrando come le linee programmatiche espresse nel Saggio sull’idillio si approfondiscano, trovando la loro fondazione ontologica nel capitolo decimo della Teosofia. Quel che risulta da questo breve excursus è che l’arte come sensibilizzazione dell’idea abbia in sé la possibilità di esprimere tutta la sua portata morale.

Certamente l’ambito più trascurato del pensiero rosminiano risulta ancora oggi quello estetico. Partendo dall’ipotesi che questa singolare fortuna o “sfortuna” dell’estetica rosminiana dipenda essenzialmente da una indifferenza o da una mancata comprensione della funzione che l’arte riveste all’interno di quel «sistema della verità» che il Roveretano è andato costruendo nel corso della sua intera speculazione, il presente videocorso vuole ricostruirne le tappe fondamentali dell’estetica rosminiana mostrando come le linee programmatiche espresse nel giovanile Saggio sull’idillio e la nuova letteratura si approfondiscano, trovando la loro fondazione ontologica, nel decimo capitolo del libro III della Teosofia. In particolare il videocorso mette a fuoco il rapporto che intercorre fra l’estetica e la verità e fra l’esperienza artistica e l’esercizio della morale. Quel che ne potrebbe risultare e che Rosmini, considerato come uno degli ultimi figli di un deteriore neoplatonismo, nella sua meditazione sull’arte mostri come il suo sia un programma realistico, o realistico cristiano, nel quale l’arte nel suo rappresentare la verità rende comprensibile, sensibilizzandola l’idea. Sta qui la funzione morale dell’arte.

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