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Introduzione alla filosofia

L'opera riepilogativa di Antonio Rosmini come chiave di lettura di concetti fondamento della filosofia (Videocorso tenuto dalla Dr.ssa Margherita Giua).

Assumiamo la INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA (1850), opera riepilogativa e momento sintetico del pensiero rosminiano, come riferimento per presentare alcuni argomenti introduttivi sia con riguardo all’impostazione fondamentale della filosofia dell’autore sia riguardo al suo metodo: il tema della conoscenza come apertura del soggetto all’oggetto, la concezione sistematica e sapienziale della filosofia, le relazioni tra filosofia e altre scienze e tra filosofia e teologia, la libertà del filosofare.
Argomenti principali e introduttivi, quindi, ma anche in grado di rispecchiare la ricchezza e la complessità del sistema filosofico elaborato da Rosmini.

Primo fine: combattere gli errori. (Lez. 1)
Tema della conoscenza come apertura del soggetto all’oggetto
Dopo avere inquadrato l’opera, ne esaminiamo il primo scritto dal titolo Degli studi dell’autore, alla prima parte, dove troviamo i fini speciali a cui fu ordinata la dottrina esposta nelle varie opere dall’autore. La produzione e le invenzioni filosofiche di Rosmini possono così essere rilette a partire dal primo fine, quello di “combattere gli errori”, in particolare con riferimento al tema capitale, e decisivo, della conoscenza. L’oggettività della conoscenza secondo la teoria gnoeseologica rosminiana è garanzia della relazione del soggetto con l’oggetto (ob-iectum, posto di fronte), di apertura del soggetto all’altro. Il sentimento (o soggettività) e l’oggettività (o intelleggibilità), insieme alla desiderabilità dell’essere, trovano un preciso quadro teorico nelle tre forme dell’essere.

Secondo fine: ridurre al verità a sistema. (Lez. 2)
Integralità formale, primo vero, filosofia naturale e soprannaturale
In secondo luogo Rosmini indica il fine di ridurre la verità a sistema. Emerge così la concezione sistematica dell’autore, che regge l’elevato impianto teorico delle sue opere le quali tutte derivano da un unico principio primo e si dispongono ordinatamente. A partire dal primo vero, e cioè dall’idea dell’essere indeterminato come principio fondamentale del sistema filosofico rosminiano, è possibile giudicare l’estensione del sistema filosofico stesso: il finito richiama l’infinito, l’idea dell’essere indeterminato contiene in sé un’apertura al trascendente. Per questo motivo nella filosofia roasminiana alla filosofia naturale si affianca quella soprannaturale.

Terzo fine: una filosofia che possa essere solida base delle scienze. (Lez. 3)
Diritto, politica, pedagogia, medicina
Passando al terzo fine della filosofia, Rosmini pone la questione delle relazioni tra le scienze e la filosofia. Questa, in quanto scienza dei principi primi, deve offrire, secondo l’autore, una solida base a quelle. Le pagine dell’Introduzione offrono a questo punto un’efficace sintesi delle posizioni roasminiane assunte nelle diverse materie, dal diritto alla scienza politica dalla pedagogia alla medicina. In tutti i casi si evidenzia lo stretto rapporto tra i principi offerti dai sistemi filosofici e i conseguenti orientamenti delle scienze: Rosmini addita nell’errore del filosofare la radice dei mali anche nelle scienze, nel ristabilirsi della filosofia la via per risanare anche le scienze.

Dell’idea della sapienza. (Lez. 4)
Scienza e mondo reale
Vediamo l’idea di sapienza, come esposta da Rosmini nella terza parte del Degli studi dell’autore. L’autore si colloca pienamente nella tradizione della filosofia sapienziale, vivificandola secondo il proprio sistema filosofico. La sapienza umana, a cui deve aggiungersi quella divina, inizia nella conoscenza ma si compie nel mondo reale e cioè nell’ordine delle azioni. La verità è sempre posseduta dal sapiente, sia o no filosofo, e costituisce oggetto della filosofia non in qualsivoglia forma ma in una forma universale, complessiva, splendida all’umana consapevolezza, ossia in uno splendore di evidenza che molto può giovare alla tensione sapienziale stessa.

Quarto fine: filosofia di cui possa valersi la teologia. Libertà del filosofare (Lez. 5)
Come quarto e ultimo fine della propria filosofia Rosmini indica il fatto che di essa possa valersi la teologia. Il rapporto tra filosofia e religione si ripresenta nella seconda parte del Degli studi dell’autore, intitolata Della via tentata per raggiungere i fini esposti. Troviamo qui le famose pagine di Rosmini dedicate alla libertà del filosofare da tutte le prevenzioni e i pregiudizi, che non viene impedita dalle verità della fede cristiana anzitutto perchè il filosofo non teme le verità, ma gli errori. D’altra parte la religione cristiana fa proprie le istanze della ragione naturale né s’è mai visto che l’abbia contraddetta in tanti secoli. Pertanto viene salvaguardata, secondo Rosmini, e anzi potenziata la facoltà del ragionamento filosofico quando la sua autonomia non si chiuda ma contempli anche le verità di fede, nel qual caso si può parlare di filosofia cristiana come indicato anche dalla Fides et ratio al n. 76.

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