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Manzoni e Rosmini: la polemica sull’idea dell’essere

Un percorso dall’ideologia all’ontologia (Videocorso tenuto dal Dr. Biagio Muscherà)

La dottrina rosminina dell’idea dell’essere ha sollevato subito qualche seria difficoltà anche in alcuni di color – ed erano tanti – che avevano accolto con favore la novità di impianto e di stile del Nuovo saggio sull’origine delle idee, che aveva rinnovato l’atmosfera degli studi italiani e che non poteva mancare di suscitare l’attenzione dei lettori più acuti. Nascono in questo contesto le critiche di Manzoni, Mamiani e Gioberti. Mentre l’attenzione dei critici, però, è stata spesso rivolta alla polemica Rosmini-Gioberti, soprattutto per le conseguenze che essa ha prodotto sulle interpretazioni novecentesche e segnatamente idealistiche del pensiero di Rosmini, nel presente corso vogliamo guardare con maggiore attenzione al confronto Rosmini-Manzoni. In un tale confronto è infatti riscontrabile un approfondimento teoretico sia della filosofia del Roveretano che del pensiero “filosofico” dello scrittore lombardo.

Fra i primi a porre delle serie difficoltà alla dottrina rosminiana dell’idea dell’essere fu Alessandro Manzoni che da qualche anno conosceva e aveva cominciato ad apprezzare la singolare figura del filosofo roveretano di dodici anni più giovane di lui. Si era fatto intermediario del loro primo  incontro nel 1826, nella casa milanese del poeta, Tommaseo, amico di Rosmini fin dagli anni universitari a Padova. Il «prete di Rovereto» era venuto a Milano dalla sua città natale per una breve sosta di studio. Da quell’incontro nacque e si accrebbe via via un’amicizia profonda fra i due che da parte di Manzoni ebbe la sua espressione più significativa di stima e di consenso nel dialogo Dell’invenzione, composto nel 1850 nella villa del figliastro Stefano Stampa a Lesa sul Lago Maggiore, a pochi chilometri di distanza da Stresa dove risiedeva Rosmini. Le riserve di Manzoni all’idea dell’essere non hanno avuto un approfondimento critico adeguato. Soprattutto per la risorgenza novecentesca di Rosmini i critici si sono soffermati in maniera particolare sulle critiche giobertiane all’idea dell’essere, mentre la polemica con Manzoni non è stata indagata attentamente. Nel presente videocorso prenderemo in esame in prima istanza alcune modifiche che Rosmini apporta alla seconda edizione del Nuovo saggio, tentando di dimostrare come in queste varianti ci sia stato un certo influsso della polemica con Manzoni; in un secondo momento cercheremo di ricostruire attraverso l’epistolario la polemica fra i due; attraverso Tommaseo indagheremo le frequentazioni manzoniane e individueremo, a grandi linee, quella che si può definire come una vera propria “filosofia del linguaggio” dello scrittore Lombardo. Infine vedremo come e perché i due amici giungano ad un “accordo” e ad apprezzamento reciproco. Quel che ne potrebbe risultare è il fatto che mentre Rosmini liberava Manzoni da un problematica circoscritta solo nell’ambito della ”linguistica”, Manzoni spingeva Rosmini verso un approfondimento ontologico-metafisico del suo presupposto gnoseologico o ideologico.

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