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Umanesimo italiano

Rocco Montano interprete di un’altra modernità (Videocorso tenuto dal Prof. Markus Krienke)

In pochi saggi Rocco Montano (1913-1999) ci presenta un’interpretazione di Rosmini alternativa ai soliti paradigmi, accostando il suo pensiero ai “realismi” di Merleau-Ponty e di Vico. Se in questo modo, il pensatore di Stigliano riesce a chiarire bene l’alternatività rosminiana ai paradigmi immanentistici della modernità, pone il Roveretano in un contrasto sicuramente troppo accentuato rispetto al pensiero “d’oltralpe”. Per la ricerca della “IV fase”, la lettura di Montano offre importanti impulsi nell’intento di superare i paradigmi angusti non solo della “III fase”, ma anche di una storiografia letteraria e filosofica impostasi nel XX secolo.

Il vero perno dell’interesse di Rocco Montano è il rinascimento italiano e l’indagine su come ne deriva un’alternativa all’illuminismo “protestante” e “d’oltralpe”. L’interesse di questo videocorso verte sulle conseguenze per l’interpretazione montaniana della modernità e per la ricerca di istanze alternative, che Montano trova nell’umanesimo napoletano del ‘600 e ‘700 in Vico, e poi in Rosmini e Merleau-Ponty. Nella prima parte. il videocorso si propone il recupero di un realismo fenomenologico in Rosmini attraverso il confronto con Merleau-Ponty, mentre nella seconda ci si confronta con una filosofia dello stato e della storia alternativa all’illuminismo e all’idealismo tedesco, di cui un precursore importante di Rosmini si individua in Vico.
In modo analitico, nella prima parte vengono apprezzate le intuizioni di Montano sull’interpretazione fenomenologica del sentimento fondamentale, ma si critica la sottovalutazione dell’intuizione dell’idea dell’essere, considerando la quale si relativizza l’interpretazione realistica di Montano. D’altro canto, la concentrazione sul sentimento fondamentale di quest’ultimo, viene posto in confronto con recenti interpretazioni di Rosmini “protofenomenologo”. Nella seconda parte la prospettiva “vichiana” su Rosmini aiuta a valorizzare l’alternativa rosminiana sia alla positivizzazione dello stato e della storia nell’illuminismo sia alla loro idealizzazione in Hegel. Si critica, però, la prospettiva di Montano, la quale non riesce a considerare il “liberalismo cattolico” di Rosmini. Infine, con Vico si possono chiarire alcuni nodi ardui della “filosofia della storia” nella Teodicea di Rosmini.

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