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Dio come essere

La critica dei filosofi analitici alla concezione di Dio come Esse ipsum subsistens. (Videocorso tenuto dal Prof. Enrico Berti e registrato all’Istituto di Studi Filosofici di Lugano)

Nella prima parte del corso, tenuta dal prof. E. Berti, si esaminano le critiche di P.T. Geach e A. Kenny alla concezione di Dio come Esse ipsum subsistens professata da Tommaso d’Aquino, si ricostruisce l’origine di tali critiche nelle obiezioni rivolte da Aristotele alla dottrina di un ente avente come essenza l’essere stesso, da lui attribuita a Platone, e si seguono gli sviluppi di tale dottrina in Filone, Plotino, Porfirio e nei primi filosofi cristiani.

Nella prima parte del corso, tenuta dal prof. E. Berti, si esaminano le critiche di P.T. Geach e A. Kenny alla concezione di Dio come Esse ipsum subsistens professata da Tommaso d’Aquino e si ricostruisce l’origine di tali critiche nelle obiezioni rivolte da Aristotele alla dottrina di un ente avente per essenza l’essere stesso, da lui attribuita a Platone. A questo proposito si leggono e si commentano i passi della Metafisica (libro III e libro X) in cui Aristotele sviluppa tali obiezioni. Indi si segue lo sviluppo della concezione di Dio come essere in Filone, in Plotino, nel commento al Parmenide attribuito a Porfirio e nei primi filosofi cristiani. Infine si esamina la posizione assunta al riguardo da Tommaso d’Aquino, rilevando la presenza in essa di due diverse concezioni dell’essere di Dio: una che riduce tale essere alla semplice esistenza, l’altra che invece lo concepisce come la somma di tutte le perfezioni. Mentre la prima concezione è esposta alle critiche di Aristotele e dei filosofi analitici, la seconda vi si sottrae.

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